30 Ottobre 2023

norma casa green

Con la Direttiva Case Green, l’Unione Europea vorrebbe ridurre del 55% le emissioni nocive entro il 2030 e arrivare all’ambito traguardo delle emissioni zero entro il 2050, tramite la riqualificazione del parco immobiliare europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica. Il provvedimento rientra nel pacchetto di riforme Fit for 55.

Cosa prevede la Direttiva europea sulle Case Green

Lo scorso 14 marzo 2023, il Parlamento europeo ha approvato il testo sulla direttiva EPBD, c.d. Case Green, un pacchetto di norme proposto dall’Unione Europea volto a promuovere la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di edifici ex novo ad alta efficienza energetica.
Il termine “case green” sta infatti ad indicare gli immobili con risparmio energetico ed emissioni di gas nocivi pari, o vicini, allo zero.

La versione della Direttiva Case Green approvata dal Parlamento Europeo a marzo, prevede quanto segue:

  • entro il 2030, gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E e poi fare un ulteriore salto (classe energetica Dentro il 2033
  • entro il 2027, gli edifici pubblici e non residenziali dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E e poi fare il salto in classe energetica D entro il 2030

Direttiva europea Case Green: qual è il fine ultimo

Il testo della Direttiva UE sulle Case Greeen fa parte del progetto Fit for 55 con cui l’Unione europea vuole ridurre del 55%, entro il 2030, le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990.

Gli edifici rappresentano infatti il 40% del consumo energetico e il 36% dell’emissione di gas nocivi.

Con la Direttiva Case Green, l’Unione europea vuole promuovere le ristrutturazioni di edifici privati e pubblici in tutt’Europa per ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare dei 27 Stati membri.

Si tratta di un passo fondamentale per arrivare alla tanto ambita neutralità climatica entro il 2050.

Le classi energetiche

Le classi energetiche degli immobili sono 7 e sono indicate con le lettere dell’alfabeto e delle fasce di colore.

La classe energetica A, verde, è la più performante.

La classe energetica G, contraddistinta dal colore rosso, è la meno efficiente.

La determinazione delle classi energetiche avviene attraverso l’indice di prestazione energetica globale (Epgl), che indica i kWh al metro quadro per anno necessari per riscaldare l’ambiente in inverno e raffrescarlo in estate, illuminarlo, ventilarlo e produrre acqua calda sanitaria.

Nello specifico.

  • Classe energetica A (Epg tra 0,80 e 1): gli edifici sono dotati di cappotto termico, serramenti con doppi vetri e devono far ricorso a fonti energetiche rinnovabili come pannelli solari o fotovoltaici
  • Classe energetica B (Epg tra 1 e 1,20): immobili sui quali si è intervenuto anche all’esterno con la posa di pannelli isolanti
  • Classe energetica C (Epg tra 1,20 e 1,50): di solito gli immobili presentano un migliore isolamento degli ambienti e i termosifoni sono dotati di valvole termostatiche. Le caldaie sono a condensazione
  • Classe energetica D (Epg tra 1,50 e 2): in genere sono presenti serramenti con doppi vetri e i muri perimetrali hanno uno spessore maggiore
  • Classe energetica E (Epg tra 2 e 2,60): le caldaie, anche se poco efficienti, sono a metano e si rilevano alcune coibentazioni, anche se non eseguite con tecniche moderne
  • Classi energetiche F e G: le due classi energetiche meno efficienti, con Epg maggiore di 2,60. In genere, gli immobili che rientrano nelle classi energetiche più basse sono riscaldati con vecchie caldaie, hanno ancora gli infissi in legno e non presentano alcun tipo di accorgimento per il risparmio energetico

Direttiva europea Case Green: quali sono gli edifici esclusi

La Direttiva europea sulle Case Green prevede alcune eccezioni. Qui di seguito riportiamo l’elenco degli edifici che, stando a quanto riportato nel testo attuale, non saranno obbligati ad effettuare gli interventi di efficientamento energetico:

  • i luoghi di culto
  • le seconde case (edifici residenziali usati meno di quattro mesi l’anno o con un consumo energetico inferiore al 25% rispetto al consumo che risulterebbe dall’utilizzo durante l’intero anno)
  • gli edifici sottoposti a tutela perché di particolare pregio storico e/o architettonico
  • gli edifici temporanei (es. stabilimenti balneari, uffici di cantiere, etc…)
  • gli edifici che si trovano in zone vincolate e protette
  • gli immobili autonomi con superficie inferiore ai 50 metri quadrati
  • gli edifici di edilizia residenziale pubblica

Sarà inoltre prevista una ulteriore eccezione, riguardante motivi di fattibilità tecnica ed economica, ma che potrà valere al massimo per il 22% degli edifici di ogni Paese europeo e per cui dovrà essere fatta esplicita richiesta dal Paese interessato alla Commissione europea.

casa green 2024

Cosa succede se non faccio la Casa Green

Ad oggi, la Direttiva UE Case Green non prevede sanzioni per chi non adegua il proprio edificio agli standard di efficientamento energetico richiesti. Ogni singolo Governo potrà quindi provvedere liberamente in tal senso.

Tuttavia, a partire dal 1° gennaio 2030, sarà vietato vendere o affittare gli immobili non a norma con la classe energetica prevista dalla Direttiva UE.

Un altro rischio in cui gli edifici non efficienti incorrono è la perdita di valore dell’immobile stesso.

Quanto costa una Casa Green

Ovviamente non è possibile stabilire una cifra specifica ed univoca per migliorare dal punto di vista dell’efficientamento energetico un edifico residenziale. I costi infatti variano in base alle dimensioni dell’immobile da ristrutturare e dai lavori da eseguire.

I lavori di coibentazione dell’edificio sono piuttosto onerosi, così come piuttosto costoso è anche installare dei pannelli fotovoltaici sul tetto o sostituire la caldaia del condominio.

Per quanto poi riguarda l’eventuale sostituzione di infissi, porte e finestre, i costi variano a seconda del numero delle finestre.

Sulla base delle stime effettuate dalle Associazioni del settore edile, per adeguarsi alla direttiva UE, i proprietari sono chiamati a spendere alcune decine di migliaia di euro. Per dare una cifra indicativa, per ristrutturare un appartamento di medie dimensioni in una zona non centrale, i lavori di efficientamento possono arrivare a costare 20mila euro e anche di più.

Direttiva Case Green: le ultime novità e cosa potrebbe cambiare

Dopo il trilogo che ha avuto luogo lo scorso 12 ottobre, durante il quale non è stato raggiunto l’accordo sul testo della Direttiva Case Green approvato a marzo, pare siano possibili maggiori aperture e una maggiore flessibilità sulle norme.

Anzitutto, i Paesi membri dell’Unione Europea potrebbero avere più margine per l’applicazione della Direttiva. La scadenza fissata al 2030 dovrebbe infatti valere per gli edifici di nuova costruzione, mentre per quelli già esistenti il termine per allinearsi ai dettami europei in termini di efficientamento energetico slitterebbe al 2050.
Inoltre, dovrebbe venir rimossa l’armonizzazione delle certificazioni energetiche a livello europeo.
Sarebbero invece ancora da definire alcune questioni come quella sui mutui green e l’obbligo di installare i pannelli solari sugli edifici pubblici e non residenziali.
Per avere ulteriori dettagli e dati certi, occorre però attendere la prossima riunione che, presumibilmente, dovrebbe tenersi a fine anno.

Direttiva Case Green e la situazione italiana

Fin dall’inizio, la Direttiva UE sulle Case Green non è stata ben accolta dall’Italia. Sulla base dei dati di Enea, emerge che il 74% delle abitazioni italiane si trovano in classi energetiche inferiori alla D. Ciò significa quindi che, sulla base della Direttiva UE Case Green, così com’era stata elaborata all’inizio, in Italia, nel giro di 10 anni, dovrebbero essere ristrutturati circa 2 milioni di edifici. Un’operazione ben difficile da realizzarsi all’atto pratico, tenendo anche conto della riduzione dei bonus edilizi. Sulla base di un sondaggio, infatti, un italiano su 4 (23%) ha affermato di non aver alcuna intenzione di effettuare lavori di efficientamento energetico nei prossimi 12 mesi per via delle minori agevolazioni.

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